Primavera di Pace

 Primavera di pace



Di questi tempi, la natura ci ricorda che, nonostante l’uomo, è in grado di rinascere ogni anno, fioriscono gli alberi, i colori rinverdiscono, sono i segnali che la primavera è alle porte, quella primavera, che rappresenta l’adolescenza della vita, il periodo della crescita e del fiorire dell’animo, con la differenza che mentre la stagione si ripresenta ogni anno, per noi l’adolescenza è un periodo unico ed irripetibile. 

La mia adolescenza, così come quella dei miei coetanei, è stata funestata da un susseguirsi di eventi, spesso negativi, di cambiamenti che non avremmo mai voluto conoscere, com’è stato per il COVID stesso, che ci ha toccati in prima persona. 

Da ragazzina mi sono sentita penalizzata, messa alle strette, ho rimpianto quella quotidianità che davo per scontata, e più il tempo trascorreva, più mi sentivo vuota, rivolevo il mio tempo. 

Durante quelle giornate passate in casa, davanti ad uno schermo, che fosse per le videolezioni o per ammazzare la monotonia, mi sentivo bombardata dagli stereotipi che non facevano che ripresentarmisi sui social. Non se ne parla spesso, ma credo che la quarantena sia stata davvero una nemica dell’autostima, e un fattore che ha incrementato le paure, l’ansia, i disturbi alimentari. E sebbene questo bombardamento di stereotipi mi sembrasse insostenibile, ora che i bombardamenti li abbiamo non troppo lontani da noi, quelli degli stereotipi sembrano essersi annullati. È quasi primavera e gli alberi variopinti sono spodestati, cancellati dalle bombe in Ucraina, vite vengono azzerate come se non fossero mai esistite, come se la pace non fosse un diritto. 



Per quanto “la storia avrebbe dovuto insegnare gli errori da non ripetere”, le guerre non hanno mai avuto fine. E con guerra non si parla soltanto di quella tra Ucraina e Russia, ma di tutte le guerre in Siria, in Libia, in Afghanistan e in quei paesi in cui gli scenari orribili non smettono mai di esistere, ma che sono forse “troppo lontani” per attirare la nostra attenzione. 

Mi sento impotente, non posso essere io a interrompere o fermare un conflitto, però nel mio piccolo, posso, così come chiunque, dare il giusto peso a ogni situazione, perché va sempre tenuto a mente come siamo fortunati, per essere nati nella parte del mondo più ricca, più agiata. Oggi il mio pensiero va a coloro che soffrono, chi per un motivo, chi per un altro, e che possiamo tutti distinguere i veri valori, ma soprattutto i veri problemi. Con il cuore e con la mente vicina a chi ha meno di me. Augurandomi che non vengano più cancellate le primavere delle piccole anime.

Gaia Collazo 4ªCL

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