Guerra: dolore e morte

 Guerra: dolore e morte


Se un vostro caro vi chiamasse per comunicarvi che è scoppiata la guerra, che un popolo nemico è alle porte e che la città in cui vivete sta per essere bombardata, pensereste, molto probabilmente, di vivere la scena di un film. 
Ciò che a noi sembrerebbe un film, per gli ucraini si è rivelata la tragica realtà, a partire dal 24 febbraio 2020, quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un'operazione militare nel Donbass (il bacino che unisce i due Stati), dando inizio ad un'invasione dell'Ucraina.
Putin ha chiarito che il suo obiettivo è «demilitarizzare ma non occupare» il Paese, aggiungendo le seguenti parole: «Chiunque provi a interferire deve sapere che la nostra risposta sarà immediata e porterà a conseguenze mai sperimentate nella storia».


Nonostante queste dirette "minacce" i Paesi della Nato hanno condannato l’attacco e chiesto a Mosca di fermare immediatamente la sua azione militare.
Il popolo ucraino, con il presidente stesso Zelensky, sta opponendo resistenza alle truppe russe, ma le lunghe notti di Kiev sono illuminate da forti esplosioni. Le offerte di dialogo di Mosca, sincere o tattiche che fossero, sono sfumate insieme ad uno spiraglio di tregua. Ad oggi sono centinaia i morti, le distruzioni, in un anno in cui la pace dovrebbe dirigere il mondo.
Dopo due anni di pandemia, l’idea di una guerra nel cuore dell’Europa ha scosso nel profondo i cuori e le menti di tutti noi. È una guerra che avrà conseguenze non solo sul popolo ucraino, direttamente e tragicamente coinvolto, ma purtroppo anche in tutta Europa, che dipende dalla Russia per l’approvvigionamento di tante materie prime, come gas e petrolio. 
La nostra prima speranza è che i negoziati in corso possano porre fine ai combattimenti il più presto possibile e che il popolo ucraino possa tornare finalmente a sentirsi sicuro a casa propria.
Aurora Maria Panìco 
1AL

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